Tre mesi fa problema sociale, da hastag, oggi (come tutto) dimenticata

Vi ricordate la polemica sui classici?
30 Ott 2017

Madonna santa, il tempo su internet è assurdo. Questo pezzo è rimasto in bozza mesi fa, quando c’era la polemica sui classici. Ve la ricordate la polemica sui classici? Sembrava la fine del mondo, ne parlavano i quotidiani, i siti, ognuno diceva la sua sulla propria bacheca. Così come accade per tutto: tramonti, vaccini, cazzi, figlioli di Fedez, bombeatomiche. Tutto. la gente dice la sua su tutto. Secondo le logiche del web questo sarebbe un pezzo vecchio, che un social manager mi sconsiglierebbe di pubblicare. Quindi lo pubblico. Iniziava così:

[pullquote]nell’era social non ci si rende conto che ci si connette si, ma a una miriade di casi umani[/pullquote]

Signori, al giorno d’oggi leggere è un atto eroico, un lusso che si possono permettere solo i più centrati, i più volenterosi. I disoccupati non leggono perché sono depressi, gli ignoranti non leggono perché sono ignoranti, quelli che lavorano non leggono perché lavorano troppo e la sera sono stremati. Nel poco tempo libero che hanno le persone svolazzano da un social network all’altro, da uno smarthphone a uno schermo tv. Chi ha più tempo per quei cosi di carta, rettangolari, chiamati libri?

Poi non è che se leggi sei meno stronzo o sei meglio di qualcun altro. Come diceva Houellebecq: devi veramente odiare tanto la vita per amare la lettura, alludendo agli anni passati da solo con una bottiglia di vino e i libri, lontano da tutti. La letteratura è sempre stata una sfida per pochi, così come la conoscenza: altro grande percorso in solitudine verso la vetta. Oggi più che mai la solitudine è il trend meno di moda, oggi Zuckerberg (probabile prossimo candidato presidente degli Usa) ci vuole tutti connessi. Per lui è stupendo (e stipendio), ci sbrodola quando ne parla, ci crede cazzo si arrapa a progettare un nuovo modo di “condividere” le nostre foto i nostri pensieri, le nostre cagate, non pensa ad altro. Pensieri di persone che oltretutto ci infettano con le loro paranoie i loro disagi perché in questa convivenza forzata ci si pialla per essere tutti uguali. E poi con tutta questa connessione con gli altri, chi ha tempo per stare con se stesso? Tuttavia sono molto speranzoso sul futuro dell’umanità.

Enrico Pantani (mito totale) su FB, Ig e enricopantani.it

Il vero tema della polemica sui classici non dovevano essere i classici ma: come riportare le persone sulla retta via? Ammesso che i libri possano farlo, perché il più delle volte con la lettura e la letteratura da impazzirci e crearsi un mondo parallelo alla Philip K. Dick o alla Bolaño. Ma come fare in modo che le persone stiano meglio e che quindi abbiano voglia di leggere, quindi di vivere, di progredire? Come spiegare a tutti l’importanza di prendersi cura di sé e di nutrire lo spirito? Noi nel nostro piccolo abbiamo creato la Society che non si chiama così a caso. Non abbiamo sfondato, non siamo diventati una casa editrice o un sito da macchianera ma abbiamo la nostra gente che si sente parte di qualcosa, parte di una società segreta e parallela i cui riporre delle aspettative, delle speranze.

[pullquote]Volete che i giovani leggano i classici perché voi in primis vi sentite dei classici.[/pullquote]

Nella polemica sui classici dovevamo aprire un dibattito sulla scuola e sugli insegnanti. Tutti i libri buoni che ho letto mi sono arrivati per una sete personale. Non credo in una scuola che inculca a forza concetti austeri. Sogno per il futuro una scuola ben radicata nella realtà, che studia la realtà, là tradizione si ma anche il presente. Dice i ragazzi i classici non li leggono sono strafatti di telefonini e video di Youtuber. Ok, fagli studiare i social network, spiegali cosa sono, cosa è il marketing, a cosa servono. Spiegagli che vengono usati per vendere e basta. Se gli lasci il telefono in mano a quei disgraziati saranno come i ciccioni americani che infestano i centri comemrciali comprando bibite gassate. Ci vorrebbero dei medici che gli spiegano i problemi legati all’obesità appostati attorno agli scaffali. Ma è impossibile. Così come è impossibile rompere le palle ai ragazzi e togliergli il telefono per mettergli in mano Dostoevskij. Uno spunto potrebbe essere una scuola in cui gli alunni studiano (anche) i social network, la contemporaneità, in cui si fanno giocare ai videogiochi e in parallelo gli si fa studiare la preistoria di Far Cry Primal (gioco ambientato im un mondo di 10000 anni fa in cui ti devi cacciare le prede) mentre gli si legge Il cacciatore celeste di Calasso (un saggio antropologico e letterario sulla storia reale e letteraria tra l’uomo e la caccia). Si, lo so che voi puristi vi schifate, che vedete in questa ipotesi un affronto alle vostre certezze, ma se fossi un docente non potrei esimermi da paragonare Jon Snow a Robin Hood. A chi non ha mai letto il giovane Werter gli parlerei di quanto il suicidio, la sfiga, la depressione siano un tema attuale e ampiamente approfondito in letteratura, gli parlerei anche del Blue Whale, di Foster Wallace, di Pavese di Kurt Cobain. Magari salvo la vita a un depresso.

Enrico Pantani (mito totale) su FB, Ig e enricopantani.it

[pullquote]E poi con tutta questa connessione con gli altri, chi ha tempo per stare con se stesso?[/pullquote]

Volete che i giovani leggano i classici perché voi in primis vi sentite dei classici. Avete un pensiero formato, millenario, siete adulti, invece loro sono delle capre come i giovani di ogni generazione. Vogliono sparare cazzate, fare tardi, limonare, disobbedire e si sentono stupidamente imbecilli e ridacchiano tra loro tutti tronfi e bruttini. “A vent’anni è tutto ancora intero/ a vent’anni si è stupidi davvero” (Guccini). Tranquilli, a trenta sono già tutti pieni di ansie di paranoie, vanno dallo psicologo, non gli viene duro o stanno su Tinder, pieni di rigidità, ancora illusi di essere giovani, ancora aggrappati alla scia morente dei loro fasti di bambini, quando sognavano. E voi come siete? Voi che i classici li avete letti, voi colti che minimamente avete studiato, voi che vi ci impegnate ogni giorno a stare al passo coi tempi, informati e lucidi? non sentite la pressione sul collo? È una richiesta di eternità (la vostra) questa pretesa che i giovani se ne freghino dei classici (e di voi), fa anche tenerezza vista così. Per essere eterni invece dovete essere presenti ORA. voi in primis che avete la maturità dovete accettare la contemporaneità. Accettatela e fatela entrare in voi. E poi, per favore Intellettuali: capite Rovazzi, le parodie, la trap, gli Youtubers, l’MMA, la musica demmerda, gli overboard, i ciuffi, quegli abbigliamenti improbabili, i tatuaggi orrendi, invece di schifarli e basta, capiteli! sono i soliti tentativi banali e innocenti di una generazione per differenziarsi da quella precedente, fanno sorridere tanto sono scontati e inefficaci. Tutte le generazioni sono uguali, tutti i giovani sono sempre stati giovani in quel modo.

 

Ray Banhoff

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