in ode a uno dei più grandi

Coccodrillo in vita per Busi
5 Nov 2019

Tutto quel che dice Aldo Busi è vero, tutto quel che scrive Aldo Busi è sacro, tutto quel che fa Aldo Busi è limitato. Il suo limite è nella sua debolezza: la vita. Perché Aldo Busi, checché ne pensate, vivrà molto più da morto che da vivo. Aldo Busi è uno dei pochi giganti della letteratura italica. Frocio quando i froci potevi chiamarli froci. Scrittore quando gli scrittori erano solo scrittori.

foto da In Nome del Pop Italiano

Il primo libro che ho letto di lui è stato Casanova di se stessi. Mi veniva voglia di scrivere come lui: impossibile. Periodi e periodi senza punteggiatura oppure parentesi su parentesi aperte e richiuse righe e righe dopo e discorsi che buttava lì e riprendeva a distanza di pagine. Bellissimo. Una scoperta. E poi ci sentivi la bramosia di chi inizialmente era stato scartato ma poi aveva pisciato in testa a tutto il sistema librario nazionale. Poi Suicidi dovuti, altro capolavoro, Vita standard di un venditore provvisorio di collant e Cazzi e Canguri (pochissimi i canguri). Quando ho fatto il Master In giornalismo venne a farci lezione il direttore della narrativa di Mondadori. Gli chiesi di Busi: ma Busi come è? È un gran titolista, sorrise. Vero, però vaffanculo. Come se i suoi titoli fossero più belli dei suoi libri. Busi sopravviverà al tempo, sarà a tratti messo da parte a tratti rivalutato a tratti osannato. Di quello lì non ho mai ricordato il nome. Di Busi tutti citano Seminario sulla gioventù. Ecco, quello non l’ho finito. Io invece consiglio Nudo di madre (manuale del perfetto scrittore): se avete voglia di scrivere anche solo un messaggio su wapp dovreste leggerlo. È un librino, ci vuole il tempo di un succhione a digerirlo. Beato Busi. Ti auguro la morte, Aldo, perché le sopravviverai. Con profondo amore verso la letteratura, sia chiaro. Hai pure appoggiato la testa sulle tette di Moana, che serve vivere di più…

@moreneria

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